Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1976 all'inizio degli anni 80
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Con la stagione 1978 ancora calda tra le mani e nuovamente dall’apice dei successi sportivi, il gruppo tedesco matura la più sofferta delle sue decisioni: si tratta di smantellare il Reparto Corse e cessare la produzione di moto da Regolarità.
In Germania la chiusura di un Reparto Corse contempla, quasi naturalmente, la distruzione di tutto il materiale in esso contenuto e/o da esso prodotto negli ultimi tempi per delle non meglio identificate “ragioni tecniche” e legali. Bene, allora, tutto al macero! Sarà una buona idea? Ma fortunatamente alcuni accadimenti, “fatalmente” coadiuvati dalla mano dell’uomo, non permettono che questo scempio abbia luogo: il camion tedesco caricato a Nürnberg si “perde” per la strada sbagliata e quello italiano “sparisce” nottetempo.
Masserini comunque non ci sta fino in fondo a questa chiusura repentina. Nel 1979 riesce ad ottenere un accordo per la produzione in piccola serie del Sachs 50 cc, replica, ovviamente addomesticata, della moto con cui Gino Perego ha appena vinto l’Europeo, pur sempre col cilindro a 6 travasi.

Le 300 moto, denominate Perego Replica, vengono assemblate in Italia, su licenza, presso la fabbrica Simonini e riscuotono un grande successo che però non è sufficiente per lasciare immune dalla catastrofe la Sachs Italiana. A fine stagione compare anche un catalogo Sachs 1979, organizzato più per vuotare i magazzini che per motivi commerciali, a parte il Perego Replica, dove le moto presentate sono quasi identiche all’anno precedente.
I serbatoi sono di due colorazioni: o la parte inferiore centrale rossa, diventa blu mantenendo le zone grigie superiori o è tutto blu con la vecchia divisione tra rosso e grigio sottolineata da un filetto bianco. Le fiancatine, come i parafanghi Falk, sono bianche con un fregio rosso e blu che forma una V con le tabelle portanumero arretrate mentre il portafaro è bianco. L’unica cosa che non è praticamente cambiata in tutte le versioni del Seven è la foggia della sella.
Si “sveglia” anche la Sachs che, dopo averli collaudati in gara fin dal ‘77, monta gli ammortizzatori ad aria Hydrocross che perdono però diverse possibilità di variare l’inclinazione rimanendo con solo 2 posizioni. Le Ceriani anteriori acquistano i soffietti sugli steli (ma solo per le foto del catalogo) e i mozzi sono ancora i conici Grimeca.
Più avanti, nel ’79, le poche moto marcate Sachs, che escono dalla fabbrica sono invece un po’ raffazzonate: i serbatoi e le fiancatine rosse vengono ridipinti di blu senza neanche togliere la vecchia vernice, magari una nuova cassa filtro (quelle vecchie erano finite…), carburatori diversi, anche da 36, telai MC trasformati in GS e così via, tanto per chiudere in scioltezza.

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