Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1976 all'inizio degli anni 80
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Nella seconda metà degli anni 70
la Casa tedesca cerca il rilancio con una moto tutta nuova
e con un motore a sette marce,
sempre pasticciando con nomi e marchi diversii
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Con la nostra storia siamo arrivati alla fine del 1975, e nell’ultimo capitolo abbiamo visto il tramonto, mai dire definitivo, della forcella Earles e del telaio monotrave. Anni segnati da una forte evoluzione tecnologica generale sia per quanto riguarda la parte ciclistica sia per la parte propulsiva delle moto da fuoristrada: la Hercules-DKW, nel nostro caso, ha sfornato il nuovo telaio tubolare a doppia culla chiusa, e la Sachs ha tirato fuori il meglio dai “vecchi” motori.
Le ultime stagioni non sono state particolarmente generose per il gruppo in quanto a risultati anche perché la concorrenza si sta facendo largo in quello che può comunque essere considerato un monopolio dei motori Sachs, non certo alla Bill Gates, ma determinato dalla effettiva netta superiorità tecnologica del marchio Hercules-DKW e della tecnologia tedesca in generale.
La stagione 1976 bussa alle porte e nel mondo della regolarità si sente molto forte il bisogno di rinnovamento. Anche la Fichtel & Sachs deve rassegnarsi ad assistere al tramonto dell’incredibile motore 1251 evolutosi, come abbiamo visto, fino alla versione 6D GS, per cui inizia le ricerche per realizzare un propulsore completamente nuovo. In realtà, come vedremo, è proprio con questo motore che, quantomeno inizialmente, la Sachs finisce per offrire il fianco e concedere spazio all’agguerrita concorrenza.

Diversi costruttori/assemblatori, infatti, inizialmente delusi da questo nuovo propulsore, decidono di sviluppare essi stessi dei nuovi motori, mentre altri volgono lo sguardo, e l’interesse, verso altri fabbricanti che iniziano a proporsi come valide alternative.
Aziende come KTM in Austria o Beta in Italia iniziano a sviluppare i motori al proprio interno, mentre altre, come la Rotax, sempre Austriaca, si specializzano nella fornitura a terzi. Altri produttori, poi, cercano di immettere sul mercato i loro già collaudati motori in alternativa ai Sachs, come Zündapp, Maico e Puch, chi con risultati lusinghieri e chi meno.
Anche lo sviluppo dei nuovi materiali che si affaccia sia nel settore dei motori, che in quello dei telai, è maturo e anche in questo settore la concorrenza si fa sempre più agguerrita. Il momento è arrivato: bisogna progettare e mettere in produzione una moto tutta nuova, cominciando dal motore, con la ciclistica che gli verrà costruita intorno. Un altro nuovo capitolo sta per essere scritto dal gruppo Hercules-DKW-Sachs.

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