Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1976 all'inizio degli anni 80
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Produzione
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Nel 1977 in Germania la produzione del Seven prosegue con i pezzi a magazzino, ma dall’altro lato dello stabilimento, nel vero senso della parola, ecco uscire i nuovi modelli destinati al resto del mondo, Italia compresa.
Serbatoi di foggia diversa, telai più stretti nella parte alta e nuovo andamento dei tubi di scarico, fiancatine più pratiche da smontare e ri-montare e nuove prese d’aria delle scatole filtro che ora possono aspirare a pieni polmoni.
In effetti il Reparto Corse torna a fare il proprio lavoro, ovvero fabbrica moto ufficiali con telai diversi e più leggeri, geometrie e sospensioni variate, motori speciali che, pare, a volte, si narra…, nascondano anche solo 6 marce, senza tralasciare modifiche anche nella parte estetica.
Questa ripresa di vitalità viene immediatamente percepita come positiva dai piloti privati e dagli appassionati, rendendo palpabile l’attesa per cui lo sviluppo dei mezzi ufficiali viene, in seguito, trasposto, come tradizione vuole, ai mezzi di serie.
Nel frattempo, sempre nello stesso anno, avviene un’altra migrazione, stavolta “interna”, ma di tutto rispetto: è quella di Hermann Popp, ingegnere Sachs, che diventa Direttore Sportivo alla Hercules. Proprio sul più bello, se così possiamo dire, e nello stesso anno, Wieditz abbandona il Reparto Corse per migrare alla KTM. Siamo senza parole.
Fortunatamente questa defezione non ha ripercussioni sull’immediato, dato che in effetti le moto per la stagione sono ormai pronte, e anche perché una buona carica di adrenalina viene data agli appassionati da Gianpaolo Marinoni che vince, su DKW, la categoria 350 alla Valli Bergamasche del ’77.

Esce Wieditz, entra la Sachs in prima persona che porta a termine lo sviluppo dei motori di 50, 125 e 250 cc, per l’anno successivo, mentre a Nürnberg la Playmotor contribuisce alla ridefinizione dei telai.
Nel ’78 le nuove moto arrivano davvero, ma solo per i piloti ufficiali. A dir il vero arrivano delle “signore” moto che permettono ai nostri Perego e Gualdi di dominare e vincere il Campionato Europeo.
Sul depliant della Sachs Italiana della fine del 1978 leggiamo: “2 Volte Campione d’Europa – 5 Volte Campione d’Italia” e all’interno troviamo, oltre al 125 e al 250, anche il 50, detto Perego replica, e il 250 MC.
Infatti nello stesso anno è stato lanciato anche il progetto MotoCross con la costruzione di una moto completamente nuova che non se la cava neanche male: la Sachs MC 250, ma stavolta, purtroppo, siamo davvero a un passo dal gran finale.

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