Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1976 all'inizio degli anni 80
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Storia
Facciamo un piccolo ripasso: i primi prototipi del motore Sachs sette marce vengono utilizzati nelle gare del Campionato Nazionale Tedesco (dell’Ovest), il DGM, a partire dalla stagione 1975 senza alcuna pretesa né possibilità di cogliere risultati eclatanti.
Queste moto sono dotate di un nuovo telaio realizzato ad hoc nell’ottica dell’innovativo progetto per realizzare un nuovo modello a 360°, ma anche per poter ospitare adeguatamente l’ingombrante blocco motore.
Sono solo due i piloti ufficiali che utilizzano ancora le “vecchie” Hercules: Reinhard Christel con la 125 e Gerhard “Gerd” Bayer, 175, con le quali partecipano al mondiale ed alla ISDT dell’Isle of Man, dove Christel vince l’oro e Bayer, per una caduta, solo il bronzo. Anche gli italiani della Playmotor continuano a correre fino alla fine dell’anno con l’ancora competitivo sei marce montato sul vecchio telaio.
E finalmente all’inizio del ’76 ecco disponibili i nuovi modelli DKW a sette marce con i telai grigi, ma che si distinguono nelle diverse cilindrate dalle colorazione di serbatoi, in lamiera da 9 lt., e fiancatine: 125 cc (blu), 175 (rosso/arancio), 250 (rosso) e 350 (verde). In effetti tutte le moto potevano essere verniciate secondo la scelta del cliente, bianche ad esempio, senza sovrapprezzo.

Le moto continuano ad essere identiche alla Hercules commercializzate in Germania dove, quelle di serie, sono complete di frecce e batteria come vuole la legge, ma diverse nella fanaleria. Hella (CEV per i nostri DKW).
I parafanghi in plastica sono bianchi della Falk, la marmitta, scomponibile, passa sopra la testa con il silenziatore che esce sulla sinistra. All’anteriore troviamo ancora la Ceriani da 35 mm a perno avanzato (centrale per il 125 cc) con escursione di 210 mm, mentre 2 sottili staffe imbullonate aggregano la testa e il telaio.
Il cavalletto laterale è imperniato al forcellone che si è molto evoluto rispetto a quello del 6 marce (ci sono moto che montano come optional anche il cavalletto centrale), gli ammortizzatori posteriori a gas Marzocchi hanno ampia possibilità di regolazione dei punti di attacco (ben 4 superiori e 4+1 inferiori) e mozzi sono i conici Grimeca.
Abbiamo già detto che le moto sono pesanti, ma sono anche poco maneggevoli perché troppo larghe in mezzo alle gambe e non si percepisce quasi il vantaggio che si dovrebbe avere con questa marcia in più. Purtroppo i nuovi motori, soprattutto i piccoli, entrano in coppia solo agli altri regimi, per cui a bassi giri i piloti sono costretti a smanettare a più non posso con il cambio, con risultati non sempre concreti, anzi, una volta elaborati per migliorare lo scarso tiro ai bassi, questi motori risultano ancor più difficili da portare in giro.
Anche il telaio, forse per eccessiva rigidità, ha qualche problema e tende a spaccarsi all’altezza della scatola del filtro aria. Non è immune neanche il forcellone che tende a rompersi quando gli ammortizzatori vengono avanzati al massimo.
I dati del DKW Seven modello 1976: motore Sachs 1252/7A GS di 123 cc (54 Ø x 54 mm), potenza ca. 22 cv a 9200 g/min, accensione elettronica Motoplat, carburatore Bing da 32 mm, frizione a 9 dischi e cambio a 7 marce, pignone da 13 e corona da 58 denti, pneumatico anteriore 3.00 x 21 e posteriore 3.25/3.50 x 18, serbatoio da 9 litri e peso di 100 kg.

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