Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1973 al 1975: la "parentesi" DKW
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La morte del monotrave
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La vera modifica strutturale avviene nel 1974 quando il telaio grigio del DKW GS 100 e 125 diventa a doppia culla continua, con la triangolatura centrale sotto la sella completamente libera: qui viene sistemata la nuova cassa del filtro chiusa a sinistra da una fiancatina utilizzata anche come tabella porta-numero.
La cartuccia di carta prende aria da sotto il serbatoio la cui foggia ricorda quello dell’anno precedente con i soliti fregi neri ma colorato di rosso vivo, mentre il cavalletto ritorna, finalmente, ad essere centrale e, come sugli Hercules ufficiali degli anni 50 e 60, ha la parte terminale ricurva verso dietro per rendere più stabile la moto sui terreni morbidi.
Gli attacchi del faro anteriore sono “finalmente” in alluminio presso fuso, la forcella Ceriani diventa da 35 mm con un’escursione di 180 mm e al posteriore vengono montati ammortizzatori registrabili nel pre-carico della molla di marca Bilstain o addirittura Marzocchi, a riprova del grande apprezzamento per la componentistica italiana dell’epoca.
Appare una sella che non ha niente a che vedere con i modelli precedenti essendo impunturata (falsa, dato che è stampata nella finta pelle così come la goffratura) a strisce orientate in senso trasversale, i parafanghi dell’italiana Acerbis, sono neri ed hanno un piccolo marchio DKW in rilievo, ma si rivelano molto fragili.
Una rivoluzione importante la troviamo nell’andamento della marmitta che torna a passare, come negli anni 60 e sul Military, sopra la testa del motore per poi proseguire, come sempre invece, sul lato destro con un andamento giudicato un po’ troppo “invadente”.
Per proteggere la gamba destra dal calore del tubo di scarico viene sistemata un’altra fiancatina porta-numero sagomata che però contribuisce ad aumentare il già fastidioso ingombro del tubo di scarico.

Nel “vecchio” telaio monotrave la doppia culla è imbullonata: davanti coassialmente all’attacco del serbatoio e inferiormente in zona pedane. Nel nuovo telaio la culla, che sale fino all’attacco degli ammortizzatori posteriori, diventa parte integrante mentre la griglia ed il “labbro”, messi a protezione del motore e della testa, sono tenuti in posizione da quattro viti a testa esagonale.
Il super affidabile motore Sachs 1251/6B GS completa il pacchetto, ma l’incremento di stabilità e maneggevolezza vengono sacrificati dalla scarsa incisività dei “vecchi” mozzi intercambiabili Sachs senza tuttavia nulla togliere al successo di mercato di questa nuova moto in grado di far fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita.
Dopo molti anni ai modelli di 50, 100 e 125 cc viene nuovamente affiancato quello di 175 cc.
I dati del DKW GS 125 Special modello 1974: motore Sachs 1251/6B GS di 123 cc (54 Ø x 54 mm), potenza ca. 18 cv a 9000 g/min, accensione elettronica Motoplat, carburatore Bing da 28 mm, frizione a 5 dischi e cambio a 6 marce, pignone da 13 e corona da 56 denti, pneumatico anteriore 3.00 x 21 e posteriore 3.75 x 18, serbatoio da 9 litri e peso di 102 kg.
Le Hercules che partecipano all’ISDT di Camerino, dominata dalle macchine e dai piloti cecoslovacchi per la quinta volta consecutiva, hanno un diverso impianto di scarico appiattito, per diminuirne l’ingombro, e adattato alla maggior potenza dei motori ufficiali.
Montano anche un nuovo forcellone, dato che quello di serie, ereditato dal telaio monotrave, si è rivelato inadatto e fragile, e adottano i mozzi Grimeca che mandano in pensione i gloriosi Sachs utilizzati anche sui mezzi ufficiali dalla fine degli anni 60.
La squadra Tedesca del Vaso utilizza queste moto in esclusiva con Jürgen Grisse e Hans Wagner, il 100 cc, Gerd Bayer e Eddy Hau sul 125.
Sul mercato tedesco, invece, vengono ancora vendute le stesse moto ma con il marchio Hercules anch’esse con telaio grigio e sella impunturata, mentre il 50 cc, a differenza del DKW, è l’unico modello che mantiene vivo, per l’ultimo anno, il telaio monotrave.

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