Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1973 al 1975: la "parentesi" DKW
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Hercules - DKW - Sachs
Il capitolo precedente della nostra “leggenda” ci ha raccontato, invece, come nei primi anni 70 si è arrivati all’apparente assopimento del marchio Hercules GS dovuto al cessare dell’attività agonistica ufficiale e al conseguente scarso aggiornamento, nella ciclistica in particolare, dei modelli di serie.
In questa terza, ma non ultima, parte, cerchiamo di ricostruire le vicissitudini che si sono intrecciate intorno alle moto costruite a Nürnberg (Norimberga) e distribuite, sembrerebbe qua e là, con colori e loghi diversi.
In certe occasioni le differenze tra i diversi modelli sono minime, se non addirittura inesistenti. Nel 1976, ad esempio, in Italia viene commercializzata la DKW GS 125 con motore Sachs a 7 marce mentre in Germania è venduta una moto identica che però si chiama Hercules 125 GS.
In altre occasioni vengono addirittura commercializzate moto con doppio marchio come DKW Hercules nel 1977 oppure Sachs Hercules nel ’79.
Ad un’analisi superficiale può apparire che in questi anni si sia creata un po’ di confusione tra Hercules, DKW e Sachs, ma scavando appena appena si può vedere chiaramente come tutte le moto prodotte negli anni 70 sotto questi marchi abbiano gli stessi denominatori comuni, non solo tecnici.

Comprendere quali sono state le cause di tutti questi avvicendamenti sui diversi mercati, è abbastanza complicato, ma uno degli scopi di questa storia è appunto cercare di approfondire anche questo argomento.
Una delle ragioni di questa che potremmo definire “unità stilistica”, deriva dal fatto che sia la casa madre, che il Reparto Corse, così come i progettisti, sono stati sempre gli stessi, ovvero, per non fare nomi, i vari Jan Witteveen, attuale Direttore Sportivo Aprilia, Heinrich “Heiner” Wieditz, Hermann Popp, e i loro colleghi.
Come avete già potuto leggere, l’attività sportiva, seppur privata della partecipazione ufficiale Hercules, è comunque proseguita anche dopo il 1967.
Piloti ex-ufficiali ed alcune squadre nazionali, come, ad esempio, quella Belga negli anni ’69, ’72 e ‘76, o le squadre tedesche nelle diverse ISDT, hanno continuato a correre con Hercules appositamente prodotti dal Reparto Corse.
Dall’altra parte, il team italiano della Playmotor voluto dal bergamasco Tullio Masserini negli anni dal ’73 al ’79 ha potuto utilizzare, con grande successo, mezzi sfornati dal Reparto Corse DKW, ovvero, alla fine della fiera, sempre Hercules con motori Sachs.
A chiudere in bellezza gli anni 70, alla ribalta dei campionati europei e mondiali, anche di motocross, è stato viceversa il marchio Sachs che ha accompagnato i piloti negli ultimi successi internazionali.

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