Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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dal 1973 al 1975: la "parentesi" DKW
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Dal ‘47 viene vietata la sovralimentazione ma le moto da pista tedesche possono nuovamente competere all’estero solo dal 1951. L’anno successivo il bi-cilindrico 250 vince quasi fortunosamente un GP, il 1° dopo la guerra, anche se una nota particolare merita lo sviluppo, negli anni a venire, della potentissima tri-cilindrica due tempi RT350, apparsa già nel mondiale del ‘52.
Gli sviluppi tecnici, sportivi e commerciali sono nuovamente in crescita esponenziale e nel ’53 la DKW partecipa nuovamente al TT, purtroppo con scarso successo, e il ’54 non sarà meno disastroso.
Lentamente, e con una rinnovata direzione del Reparto Corse, le cose iniziano a migliorare fino al 1956 in cui la DKW è seconda nel Mondiale Marche. Ma il ’56 è anche l’anno più duro in assoluto per l’economia industriale tedesca ed europea.
Il generale crollo delle vendite si ripercuote nell’intera struttura DKW portando al collasso anche l’ormai leggendario Reparto Corse. Un periodo nero in cui il marchio Hercules è uno dei pochi in grado di uscirne a testa alta.
A seguito di questa crisi, nel Novembre 1958, prende corpo l’amalgama che unisce 3 tra i maggiori costruttori di moto tedeschi, unione/fusione fortemente voluta dalla politica centralizzante di Franz Flick, socio di maggioranza della Daimler Benz attraverso la quale controlla l’88% dell’Auto Union dal 1° Gennaio.
Victoria, Express e DKW vengono quindi inglobate nella Zweirad Union (Unione Due Ruote), e la fabbrica della Victoria a Nürnberg viene scelta come sede principale, mentre la produzione DKW prosegue ad Ingolstadt.

Nel 1966 la Zweirad Union passa sotto il controllo della Fichtel & Sachs-Hercules di Schweinfurt creando una fin troppo massiccia concentrazione tra i produttori di motocicli tedeschi e l’indirizzo della Zweirad Union AG diventa: 85 Nürnberg, Nopitschstraße 70, il medesimo della Hercules.
Alla fine degli anni 70, anche a causa di questa politica accentrante, il marchio DKW cessa praticamente di esistere come entità indipendente anche se, visto il lustro dei risultati passati, viene utilizzato di quando in quando più per svariati motivi di strategia di mercato più che per ragioni tecnico/sportive.
Alla fine, tra tutte queste vicissitudini di alti e bassi, di alleanze e fusioni, l’unico marchio motociclistico di questo gruppo a mantenere la propria identità è ancora quello Hercules.
Ma da dove deriva l’acronimo DKW? Lo stesso 85enne Rasmussen nel 1963 dà ben tre versioni: Dampf Kraft Wagen (la macchina a vapore), Das Kleine Wunder (il piccolo miracolo) e Des Knaben Wunsch (il desiderio del fanciullo) che appare essere la versione più accreditata anche perché l’azienda è nata come fabbrica di giocattoli.

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