Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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a cavallo tra gli anni '60 e '70
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K 100 e 125 GS
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Nel 1969 le moto rimangono praticamente invariate, mentre l’anno successivo esce un modello ibrido che utilizza il telaio dei modelli ’69 ma con il cilindro in alluminio, esattamente come avvenuto per il K 50 GS.
Al salone del Ciclo e Motociclo di Milano del 1970 fanno la loro apparizione i parafanghi cromati e addirittura un serbatoio allungato preso direttamente in prestito dal 50 cc stradale, ma, fortunatamente, mai montato sulle moto di serie.
L’anno successivo la ciclistica diventa la stessa per tutti i modelli ovvero con l’archetto posteriore chiuso, il serbatoio a goccia e il cavalletto laterale il cui snodo viene fissato dietro alla pedana sinistra.

I dati del K 125 GS modello 1971: motore Sachs 123 cc (54 Ø x 54 mm), potenza ca. 17 cv a 7500 g/min, carburatore Bing da 27 mm, frizione a 5 dischi e cambio a 6 marce, pignone da 14 e corona da 52 denti, pneumatico anteriore 2.50/2.75 x 21 e posteriore 3.25/3.50 x 18, serbatoio da 13 litri e peso di 100 kg.
Per il K 100 GS: motore Sachs 97 cc (48 Ø x 54 mm), potenza ca. 14 cv a 7300 g/min, carburatore Bing da 26 mm e pignone da 13 e corona da 52 denti.
Nel 1972 arriva la forcella Ceriani e, a differenza del 50, sono ben pochi i 125, cosiddetti gialli, che montano la forcella Earles.

Le varianti del K 125 GS modello 1972: potenza ca. 18,5 cv a 8000 g/min, carburatore Bing da 28 mm, pignone da 14 e corona da 50 denti mentre per il K 100 GS: potenza ca. 15,5 cv a 8500 g/min e carburatore Bing da 27 mm.
L’anno successivo, sul mercato italiano, il marchio Hercules lascia spazio al marchio DKW che in realtà propone delle moto praticamente identiche se non per le colorazioni, telaio monotrave grigio e serbatoio blu, e per alcuni piccoli particolari.

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