La prima parte della nostra avventura si è interrotta con il ritiro ufficiale della Hercules dalle competizioni avvenuto alla fine della stagione 1967, proprio l’anno prima che nascesse ufficialmente il Campionato Europeo di Regolarità.
Nonostante i piloti ufficiali, da Brinkmann e Trinkner, a Witthöft e Gabler, siano rimasti “orfani”, tutti i migliori raccoglieranno ancora numerosi trofei e medaglie anche negli anni successivi e sempre in sella alle Hercules GS partorite dal reparto corse.
Fortunatamente questi piloti ed alcune squadre, nazionali come quella Belga negli anni ’69 e ’72, oppure il team DKW italiano negli anni dal ’73 al ‘79, continuano ad essere assistiti dalla casa madre, proprio come aveva fatto la Maserati dieci anni prima.
Anche la casa modenese del Tridente ha continuato a costruire vetture e motori da corsa per le scuderie ed i piloti privati dopo il ritiro ufficiale dalle competizioni, avvenuto (guarda, guarda) nel momento del raggiungimento del proprio apice, ovvero dopo aver vinto con Juan Manuel Fangio il campionato mondiale di Formula 1 del 1957.
Nel nostro caso è il gruppo Sachs, proprietario del marchio, che decreta la fine della partecipazione ufficiale alle gare di fuoristrada sia di Hercules che della Zweirad Union, ovvero Victoria e DKW.
Tornando al 1967, viene da dire stranamente, proprio in quell’anno Hercules presenta, anche in virtù dei regolamenti sportivi in continua evoluzione, i nuovi modelli GS prodotti in piccola serie, tutti solo apparentemente identici tra loro e destinati appunto ai piloti privati.
Il rinnovamento parte dalla nuova versione del K 50 GS, che sarà seguita l’anno successivo dai nuovi 100 e 125 cc, nonché dal K 75 GS, cilindrata considerata minore ma utilizzata nelle competizioni già dalla fine degli anni 50.
La classe 125 si affaccia alle prove internazionali, appannaggio delle grosse cilindrate, fin dagli anni 50 prendendo solidamente piede negli anni 60, fino a diventare la classe regina del fuoristrada.
Anche se la classe 50 resta, sotto certi aspetti come quello tecnico, la più interessante, le 125 cc rimangono per diversi anni il punto di riferimento per le medie cilindrate anche in virtù del fatto che, per esempio in Italia, potevano essere guidate già a 16 anni con un patentino specifico.
E dove poteva essere la Hercules se non nel posto giusto al momento giusto come aveva fatto sino a quel momento?
La K 125 GS è la moto ideale per i piloti di media corporatura, troppo pesanti per i 50 e non abbastanza forti per le moto più potenti ed impegnative, tant’è che nel 1969 fa la sua apparizione anche il modello da cross denominato MC che verrà costruito fino al 1977 seguendo passo passo l’evoluzione tecnica ed estetica del modello GS.
Non solo, ma già nel 1970 viene presentato anche il modello K 125 Bw detto Military destinato in primis all’esercito tedesco per le ricognizioni veloci.
Con queste premesse risulta effettivamente strano che il ritiro della Hercules dalle competizioni coincida con un nuovo ciclo sia estetico che tecnologico di entrambe le moto GS e stradali.
Negli anni compresi tra il 1967 ed il 1973, ovvero quelli oggetto di questo articolo, le Hercules GS si evolvono notevolmente e sono pochi gli elementi che rimangono praticamente invariati se non il telaio monotrave tubolare centrale, il forcellone posteriore e i freni Sachs.
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