Nel ’68 e ’69 la moto rimane sostanzialmente la stessa: cambia la colorazione del delicato, per le competizioni, serbatoio cromato che diventa tutto rosso Hercules e il carter catena si allunga fino a comprendere anche la corona.
La marmitta, che era tutta cromata, diventa nera e si accorcia di ben 15 cm mantenendo solo il terminale e la griglia di protezione cromati, il possente faro anteriore diventa nero e viene potenziata la bobina esterna.
Ma la prima vera rivoluzione avviene alla fine del 1969 quando al motore in ghisa corsa lunga (38 Ø x 44 mm) vengono montati testa e cilindro in alluminio a canna cromata con il collettore di aspirazione avvitato alla testa e con travasi specifici adatti al fuoristrada.
Questi cilindri oltre ad essere più leggeri di quelli in ghisa erano in grado di girare un po’ più velocemente, inizialmente a 7.500 g/min invece di 7.400, per cui potevano essere abbinati a carburatori più corposi (dal 19 si passa al 20 mm) con un conseguente incremento della coppia ai bassi regimi.
Nell’arco di meno di due anni il motore subisce una radicale evoluzione: nel 1970 viene adottando il cambio a sei marce anche se continua ad essere montata la frizione a 3 dischi.
Dopo pochi mesi arriva un nuovo albero motore con corsa più corta (40 Ø x 39 mm) che attraverso un deciso incremento del numero di giri permette il raggiungimento della coppia massima più in alto, il che suggerisce ai tecnici di inserire dei ponticelli anti-vibrazioni e di rinforzo tra le alette della testa.
Finalmente dopo alcuni mesi il carter sinistro si allarga per far posto alla frizione che diventa a 5 dischi mentre il collettore d’aspirazione è ora fuso insieme al cilindro.
L’ultimo capitolo viene scritto verso al fine del 1971 con l’adozione dell’accensione elettronica tipo Motoplat.
Tornando al modello del 1970 il telaio rimane quello del cosiddetto prima serie, ovvero col cilindro in ghisa, con i tubetti di sostegno del parafango posteriore separati tra loro.
La marmitta, eccezionalmente, viene fatta passare bassa e sulla sinistra come sugli stradali mentre il serbatoio squadrato è sostituito con un modello a goccia che perde le ginocchiere ma riprende la colorazione con i fianchi cromati e la striscia longitudinale rossa con i filetti d’oro ed è munito di un generoso bocchettone per il rifornimento.
I dati del K 50 GS modello 1970: motore Sachs 50/6A GS di 49 cc (38 Ø x 44 mm), potenza ca. 7 cv a 7500 g/min, carburatore Bing da 19 mm, frizione a 3 dischi e cambio a 5 e poi 6 marce, pignone da 14 e corona da 50 denti, pneumatico anteriore 2.50/2.75 x 21 e posteriore 3.00 x 18, serbatoio da 12 litri e peso di 90 kg.
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