Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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a cavallo tra gli anni '60 e '70
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K 50 GS
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Si, avete capito bene, il portatarga: effettivamente l’Hercules K 50 GS non ce la fa proprio a rientrare nei limiti di potenza e velocità massima imposta all’epoca ai motocicli codice, ovvero guidabili senza patente a 14 anni.
Il silenziatore d’aspirazione è collegato al condotto passante attraverso il monotrave con un tubo di gomma trasparente cortissimo ma di generoso diametro, ovvero poco meno di 50 mm esterni, mentre il collegamento finale con il carburatore avviene attraverso un soffietto di gomma nera.
In questo modo il carburatore, sempre un Bing ma ora da 19 mm, viene collegato direttamente con il collettore, che è parte integrante della fusione del cilindro stesso, dritto rispetto all’asse longitudinale della moto e non più disassato come sul 103 o sinuoso come sul vecchio 175.
I freni, sempre Sachs, sono diventati da vera moto: realizzati in lega leggera con il Ø di 140 mm. Il mozzo anteriore ha il perno fisso mentre quello posteriore è sfilabile per poter smontare la ruota più facilmente lasciando la corona al suo posto.
Le moto ufficiali montano invece dei mozzi tipo MZ fabbricati però dal reparto corse Hercules ed in grado di montare raggi dritti molto più corti e resistenti.
Il tachimetro prende le informazioni tramite un ingranaggio posto sull’albero di uscita del pignone e il perno del forcellone posteriore lavora su cuscinetti e non più su bronzine.
Per ammorbidire le reazioni del manubrio è stato inserito sotto il serbatoio, tra il telaio e la piastra inferiore dello sterzo, un piccolo ammortizzatore idraulico, soluzione anch’essa ereditata dalle moto ufficiali.
Esteticamente troviamo un nuovo serbatoio più squadrato, e forse un po’ pericoloso per le parti basse in caso di atterraggi venuti male, cromato con delle ginocchiere antisdrucciolo incollate sui fianchi e con la striscia centrale longitudinale dipinta di rosso con doppio filetto d’oro.
I diversi tipi di serbatoi montati sugli Hercules sono fissati anteriormente da una vite passante subito dietro al cannotto di sterzo e posteriormente con un’altra vite a testa esagonale avvitata dall’alto in un archetto rialzato saldato al monotrave che rimane nascosto sotto la parte anteriore della sella.
La nuova sella col fondo in alluminio, è più stretta ed allungata di quella precedente per consentire al pilota di spostarsi meglio con il peso sul retrotreno.

I dati del K 50 GS modello 1967: motore Sachs 50S di 49 cc (38 Ø x 44 mm), potenza ca. 6,25 cv a 8000 g/min, carburatore Bing da 19 mm, frizione a 3 dischi e cambio a 5 marce, pignone da 14 e corona da 50 denti, pneumatico anteriore 2.50/2.75 x 21 e posteriore 3.00 x 18, serbatoio da 13 litri e peso di 88 kg.

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