Hercules
e la leggenda del fuoristrada
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a cavallo tra gli anni '60 e '70
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rivoluzione
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Come abbiamo visto la prima vera rivoluzione tecnologica è quella che ha luogo nel 1970 ovvero l’apparizione del cilindro in alluminio.

Questo motore Sachs all’inizio degli anni ‘70 è stato come l’elemento base utilizzato da una serie di virtuosi della meccanica atti a migliorarne le sue già spiccate doti sportive.
Alzi la mano un preparatore attivo in quegli anni che non abbia messo le mani su un motore Sachs, spesso con risultati più che onorevoli, e scagli il primo pistone chi non ha mai tentato, anche nel proprio garage, di elaborare uno di questi motori.
Questi gioiellini della Sachs, sviluppati proprio nel reparto corse della Casa e poi addomesticati per essere montati sulle moto di serie, li troviamo praticamente su tutte le moto, specialmente da fuoristrada, più diffuse dell’epoca.
Data la relativa facilità nel reperire sia i motori sia i ricambi, nasce, quasi spontaneamente, un filone per cui i diversi costruttori artigianali di piccole e medie dimensioni e non solo italiani, realizzano la progettazione e la costruzione della parte ciclistica dando per scontato l’inserimento finale di un motore Sachs.
Progettare e sviluppare un motore in grado quantomeno di pareggiare le numerose caratteristiche positive del Sachs avrebbe portato ad investimenti sostanziosi che, probabilmente, questa tribù internazionale di costruttori/assemblatori non avrebbe mai potuto permettersi.
Per questo nomi come Ancillotti, Aspes, Gabor, Gori, Mazzilli, Müller, Rond,... e molti altri hanno utilizzato questi motori in lungo e in largo e in tutte le cilindrate disponibili.

Ma quali sono state le vere ragioni di questo successo?
Peso, affidabilità, semplicità, buoni margini per la preparazione di testa e cilindro (c’é anche chi ha realizzato gruppi di scoppio specifici da montare sui basamenti Sachs), costi ragionevoli, affidabilità del produttore e reperibilità dei ricambi.
Se non vi sembra abbastanza...
E i vari Minarelli, Morini, ma anche Maico e Zündapp? Non sono stati solo a guardare e proprio Zündapp è stata la prima scelta alternativa, sempre e comunque dopo il motore Sachs.
Ma chi in realtà contribuiva alla scelta dei motori ed alla fine ne decretava il successo era chi ne faceva uso e quindi, sostanzialmente, i piloti per questo una buona fetta del merito spetta anche a loro.

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